La seconda tappa: LE ATTESE
Interpelliamo la comunità e le "folle" che incontra / 1 - Lo Sguardo
Usando lo strumento della
COMPASSIONE,
proviamo a guardare alle folle, ossia alle persone che ogni giorno
incontriamo nella nostra vita, e a raccogliere oppure immaginare
le risposte che darebbero ad alcune domande fondamentali
Alcune
domande “rompighiaccio”:
-
quando parlate con i vostri compagni di scuola/amici/colleghi di
lavoro/vicini di casa, a quale argomento si appassionano
maggiormente? (la moda, lo sport, la forma fisica e l'estetica,
l'amicizia/gli affetti, la scuola/il lavoro, la spiritualità, la
politica, altro...)
- da
quali personaggi pubblici vi sembrano particolarmente attratti, come
modelli/ "idoli"/ punti di riferimento per la propria vita?
-
quali attività praticano con maggiore impegno e passione?
Le
domande fondamentali:
- di
che cosa sentono la mancanza?
- di che cosa hanno paura?
- di che cosa non riescono a fare a meno?
- cosa dà loro speranza?
- cosa dà loro gioia?
- cosa dà loro sicurezza?
Una domanda delicata:
- la
Chiesa:
Personalmente, cosa trovano di buono in essa, e cosa trovano di cattivo?
E nei cristiani?
C’è qualcosa che particolarmente desidererebbero che cambiasse?
Di che cosa avrebbero bisogno, per sentirsi accolti
dalla Chiesa e dai cristiani?
Come vedono il papa, i vescovi, i preti, i semplici cristiani
praticanti?
Le
risposte, siano esse singole, di gruppo, commentate o meno, vanno
inviate entro e non oltre il 15 febbraio 2017 all’indirizzo
ced@upcm.it per consentirne l’elaborazione
e la presentazione
al Consiglio Pastorale e successivamente al vescovo come contributo al piano
pastorale diocesano del prossimo decennio.
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Le motivazioni
alla base del lavoro della seconda tappa:
gli obiettivi e le domande
Il
Vescovo ci chiama a rivolgere verso le realtà che viviamo uno
sguardo proprio del nostro essere Chiesa: non sociologico, quindi,
ma attento ai bisogni profondi della gente che abbiamo attorno,
umilmente al servizio di Chi può dare il "pane" che sfama.
Non si tratta di un impegno isolato di ognuno di noi, ma di un
movimento corale che coinvolge tutta la Chiesa di Bologna.
Cerchiamo perciò di "essere voce" dei nostri compagni/ colleghi/
amici/ conoscenti/ vicini di casa ecc., cercando di interpretarne le
attese (che inevitabilmente assomiglieranno probabilmente alle
nostre, dato che non siamo estranei ai luoghi in cui viviamo)
Obiettivi
Il lavoro si articola nei seguenti tre obiettivi (e negli strumenti
proposti per rispondere a questi obiettivi):
1) Cercare di raggiungere il maggior numero di persone possibile.
Strumento: si andrà in TUTTI i gruppi presenti in parrocchia, per
proporre lo stesso lavoro, da adattare alle diverse caratteristiche.
2) Svolgere il compito di raccolta informazioni sulle nostre realtà
sollecitato dal
vescovo.
Strumento: una serie di domande per le quali formulare risposte
attingendo dalle diverse situazioni di vita dei partecipanti.
3) Far maturare nei singoli e nei gruppi lo stesso atteggiamento di
Gesù nei confronti della folla, attento ai bisogni, alle domande,
alle inquietudini delle persone in ogni ambito in cui ci troviamo.
Strumento: guardare e prendere a modello la compassione di
Gesù nei confronti delle folle come criterio per svolgere questa
seconda tappa; a ogni guida di gruppo il compito poi di sollecitare
questa attenzione e ideare le modalità con cui continuare a tenerla
viva a seconda dei contesti.
Domande
Le domande intendono comprendere una parte di accoglienza (ascolto
dei bisogni), una proposta di cambiamento, un'idea di uscita (missionarietà).
Uno degli obiettivi è ottenere delle risposte alle domande, ma
questo non significa necessariamente che le domande “debbano” essere
fatte alle persone che incontriamo a scuola, al lavoro, nei nostri
ambienti di vita, come se fosse un sondaggio. A seconda dei gruppi e
delle sensibilità, può anche essere sufficiente “mettersi in
ascolto” dei vari ambienti, con attenzione e SENZA la presunzione di
sapere già cosa tali ambienti risponderebbero, e comporre le
risposte di conseguenza.
La
gamma di domande proposte è una traccia che lascia comunque
aperta ai vari gruppi e ai singoli la possibilità di scegliere le più idonee o
inventarne altre, purché vengano conservate le fondamentali, che
sono le seconde, e che eventualmente possono essere adattate.
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