Domenica 28 Novembre
Iniziamo proponendo un breve
commento di Roberto Mancini.
Una guida alla lettura di
“Fratelli tutti”
Nell’enciclica Fratelli tutti,
papa Francesco definisce i passaggi di un percorso che conduce a un
nuovo modello di società fondata secondo criteri di giustizia,
inclusione, uguaglianza e dignità. Una parola preziosa per procedere
verso la salvaguardia del mondo, inteso come casa comune, se le
forze politiche e i movimenti sapranno ascoltarla.
Un progetto per tutte e per
tutti. È il tema dell’enciclica di papa Francesco, Fratelli tutti,
che sviluppa le idee dell’enciclica Laudato si’. Se
quest’ultima insisteva sull’ecologia integrale, la nuova enciclica
approfondisce la questione della giustizia sociale e delinea con
chiarezza la necessità di un nuovo progetto di società che può
trovare consenso al di là delle differenze di orientamento
ideologico o religioso. Francesco lo qualifica come “un nuovo sogno
di fraternità e di amicizia sociale”. Le linee essenziali della sua
riflessione sono: a. la critica del sistema vigente; b. la fiducia
di poter generare l’alternativa fondata sul riconoscimento della
fraternità e della sororità che abbracciano chiunque; c. i criteri
che definiscono la nuova società; d. i percorsi di anticipazione
della sua realizzazione.
a. Il progetto è condivisibile
alla semplice condizione che ci riconosciamo figlie e figli della
terra. Oltre la divisione tra credenti e non credenti, si tratta di
un invito a esistere con stile solidale senza fermarsi ai confini
della nostra famiglia. Le categorie con le quali si vogliono
giustificare il dominio e la discriminazione sono tutte illegittime
perché l’altro è sempre mio fratello o mia sorella.
b. Per capirlo devo sentirmi
“figlio” o “figlia”. Francesco non ne parla solo rispetto a Dio ma
chiede che anzitutto si comprenda che siamo “figli della stessa
terra che ospita tutti noi”. La nuova visione del mondo, oltre il
delirio della globalizzazione capitalista, nasce nella luce di una
fiducia nell’umanità, nella sua dignità, nella sua capacità di
imparare a custodire la natura come pure a governare
democraticamente e pacificamente la storia. Francesco individua
nella sfiducia, indotta dolosamente nelle collettività, il fattore
demotivazionale che costringe i popoli alla paralisi e a subire le
peggiori oligarchie. Poteri iniqui e sfiducia diffusa si reggono a
incastro: “Far sprofondare un popolo nello scoraggiamento è la
chiusura di un perfetto circolo vizioso: così opera la dittatura
invisibile dei veri interessi occulti che si sono impadroniti delle
risorse e della capacità di avere opinioni e di pensare”.
c. I criteri fondamentali del
progetto di società nuova sono l’universalità: nessuno dev’essere
escluso; la giustizia: la dignità e la vita di chiunque sono il
valore prioritario e solo istituzioni giuste possono conciliare la
libertà e l’uguaglianza; la solidarietà, in modo che chi è più
esposto o fragile sia sostenuto e liberato; il dialogo, che impegna
tutti a fare strada nella comprensione reciproca senza
prevaricazioni; la lotta nonviolenta per liberare chi è oppresso;
l’amore, come forma di vita e soprattutto come amore politico,
capace di prendersi cura del bene comune; la salvaguardia del mondo,
inteso quale casa comune e non più ridotto a uno stupido mercato
globale o a un campo per la battaglia tra i nazionalismi. Il
criterio per promuovere la radicale trasformazione del sistema
economico è quello della giustizia verso i popoli e verso la natura.
In ciò Francesco concorda con l’intuizione fondamentale di tutti i
movimenti popolari e alternativi, riassumibile con le parole di
Gandhi: “La vera economia è l’economia della giustizia”.
d. Giacché un progetto di
società pare tuttora impensabile a molti, che a torto restano
scettici e interessati solo alla loro piccola routine, Francesco
indica opportunamente i passaggi concreti del cammino verso la meta.
Egli pensa all’azione dei movimenti sociali che dal basso possono
rigenerare la democrazia e inaugurare una civiltà ecologica. Nel
contempo valorizza sia l’opera che tutela i diritti di chi viene
escluso sia gli interventi capaci di abbattere i muri che dividono
l’umanità. Se ovunque nel mondo le forze politiche democratiche, i
movimenti popolari, gli educatori, gli sperimentatori di economia
trasformativa e chi coltiva il mutamento culturale sapranno
scuotersi dal torpore, la parola di Francesco sarà preziosa per
procedere nella giusta direzione.
Roberto Mancini |