30 novembre
Senza frontiere
3. C’è un episodio della sua
vita che ci mostra il suo cuore senza confini, capace di andare al
di là delle distanze dovute all’origine, alla nazionalità, al colore
o alla religione. È la sua visita al Sultano Malik-al-Kamil in
Egitto, visita che comportò per lui un grande sforzo a motivo della
sua povertà, delle poche risorse che possedeva, della lontananza e
della differenza di lingua, cultura e religione. Tale viaggio, in
quel momento storico segnato dalle crociate, dimostrava ancora di
più la grandezza dell’amore che voleva vivere, desideroso di
abbracciare tutti. La fedeltà al suo Signore era proporzionale al
suo amore per i fratelli e le sorelle. Senza ignorare le difficoltà
e i pericoli, San Francesco andò a incontrare il Sultano col
medesimo atteggiamento che esigeva dai suoi discepoli: che, senza
negare la propria identità, trovandosi «tra i saraceni o altri
infedeli […], non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni
creatura umana per amore di Dio».[3]
In quel contesto era una richiesta straordinaria. Ci colpisce come,
ottocento anni fa, Francesco raccomandasse di evitare ogni forma di
aggressione o contesa e anche di vivere un’umile e fraterna
“sottomissione”, pure nei confronti di coloro che non condividevano
la loro fede.
4. Egli non faceva la guerra
dialettica imponendo dottrine, ma comunicava l’amore di Dio. Aveva
compreso che «Dio è amore; chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio
rimane in lui» (1 Gv 4,16). In questo modo è stato un padre fecondo
che ha suscitato il sogno di una società fraterna, perché «solo
l’uomo che accetta di avvicinarsi alle altre persone nel loro stesso
movimento, non per trattenerle nel proprio, ma per aiutarle a essere
maggiormente sé stesse, si fa realmente padre».[4]
In quel mondo pieno di torri di guardia e di mura difensive, le
città vivevano guerre sanguinose tra famiglie potenti, mentre
crescevano le zone miserabili delle periferie escluse. Là Francesco
ricevette dentro di sé la vera pace, si liberò da ogni desiderio di
dominio sugli altri, si fece uno degli ultimi e cercò di vivere in
armonia con tutti. A lui si deve la motivazione di queste pagine.
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