6 dicembre
58. Il libro di Giobbe ricorre al fatto di avere un medesimo
Creatore come base per sostenere alcuni diritti comuni: «Chi ha
fatto me nel ventre materno, non ha fatto anche lui? Non fu lo
stesso a formarci nel grembo?» (31,15). Molti secoli dopo, Sant’Ireneo
si esprimerà in modo diverso con l’immagine della melodia: «Dunque
chi ama la verità non deve lasciarsi trasportare dalla differenza di
ciascun suono né immaginare che uno sia l’artefice e il creatore di
questo suono e un altro l’artefice e il creatore dell’altro […], ma
deve pensare che lo ha fatto uno solo».[54]
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