Sabato 5 marzo
93. Cercando di precisare in
che cosa consista l’esperienza di amare, che Dio rende possibile con
la sua grazia, San Tommaso d’Aquino la spiegava come un movimento
che pone l’attenzione sull’altro «considerandolo come un’unica cosa
con sé stesso».[72] L’attenzione affettiva che si presta all’altro
provoca un orientamento a ricercare gratuitamente il suo bene. Tutto
ciò parte da una stima, da un apprezzamento, che in definitiva è
quello che sta dietro la parola “carità”: l’essere amato è per me
“caro”, vale a dire che lo considero di grande valore.[73] E
«dall’amore per cui a uno è gradita una data persona derivano le
gratificazioni verso di essa».[74]
94. L’amore implica dunque qualcosa di più che una serie di azioni
benefiche. Le azioni derivano da un’unione che inclina sempre più
verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di
là delle apparenze fisiche o morali. L’amore all’altro per quello
che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando
questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale
che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti.
|