110. Il fatto è che «la
semplice proclamazione della libertà economica, quando però le
condizioni reali impediscono che molti possano accedervi realmente,
e quando si riduce l’accesso al lavoro, diventa un discorso
contraddittorio».[83]
Parole come libertà, democrazia o fraternità si svuotano di senso.
Perché, in realtà, «finché il nostro sistema economico-sociale
produrrà ancora una vittima e ci sarà una sola persona scartata, non
ci potrà essere la festa della fraternità universale».[84]
Una società umana e fraterna è in grado di adoperarsi per assicurare
in modo efficiente e stabile che tutti siano accompagnati nel
percorso della loro vita, non solo per provvedere ai bisogni
primari, ma perché possano dare il meglio di sé, anche se il loro
rendimento non sarà il migliore, anche se andranno lentamente, anche
se lo loro efficienza sarà poco rilevante.
111. La persona umana, coi suoi diritti inalienabili, è naturalmente
aperta ai legami. Nella sua stessa radice abita la chiamata a
trascendere sé stessa nell’incontro con gli altri. Per questo
«occorre prestare attenzione per non cadere in alcuni equivoci che
possono nascere da un fraintendimento del concetto di diritti umani
e da un loro paradossale abuso. Vi è infatti oggi la tendenza verso
una rivendicazione sempre più ampia di diritti individuali – sono
tentato di dire individualistici –, che cela una concezione di
persona umana staccata da ogni contesto sociale e antropologico,
quasi come una “monade” (monás), sempre più insensibile […]. Se il
diritto di ciascuno non è armonicamente ordinato al bene più grande,
finisce per concepirsi senza limitazioni e dunque per diventare
sorgente di conflitti e di violenze».[85]
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