Diritti dei popoli
124. La certezza della destinazione comune dei beni della terra
richiede oggi che essa sia applicata anche ai Paesi, ai loro
territori e alle loro risorse. Se lo guardiamo non solo a partire
dalla legittimità della proprietà privata e dei diritti dei
cittadini di una determinata nazione, ma anche a partire dal primo
principio della destinazione comune dei beni, allora possiamo dire
che ogni Paese è anche dello straniero, in quanto i beni di un
territorio non devono essere negati a una persona bisognosa che
provenga da un altro luogo. Infatti, come hanno insegnato i Vescovi
degli Stati Uniti, vi sono diritti fondamentali che «precedono
qualunque società perché derivano dalla dignità conferita ad ogni
persona in quanto creata da Dio».[104]
125. Ciò inoltre presuppone un altro modo di intendere le relazioni
e l’interscambio tra i Paesi. Se ogni persona ha una dignità
inalienabile, se ogni essere umano è mio fratello o mia sorella, e
se veramente il mondo è di tutti, non importa se qualcuno è nato qui
o se vive fuori dai confini del proprio Paese. Anche la mia Nazione
è corresponsabile del suo sviluppo, benché possa adempiere questa
responsabilità in diversi modi: accogliendolo generosamente quando
ne abbia un bisogno inderogabile, promuovendolo nella sua stessa
terra, non usufruendo né svuotando di risorse naturali Paesi interi
favorendo sistemi corrotti che impediscono lo sviluppo degno dei
popoli. Questo, che vale per le nazioni, si applica alle diverse
regioni di ogni Paese, tra le quali si verificano spesso gravi
sperequazioni. Ma l’incapacità di riconoscere l’uguale dignità umana
a volte fa sì che le regioni più sviluppate di certi Paesi aspirino
a liberarsi della “zavorra” delle regioni più povere per aumentare
ancora di più il loro livello di consumo.
126. Parliamo di una nuova rete nelle relazioni internazionali,
perché non c’è modo di risolvere i gravi problemi del mondo
ragionando solo in termini di aiuto reciproco tra individui o
piccoli gruppi. Ricordiamo che «l’inequità non colpisce solo gli
individui, ma Paesi interi, e obbliga a pensare ad un’etica delle
relazioni internazionali».[105]
E la giustizia esige di riconoscere e rispettare non solo i diritti
individuali, ma anche i diritti sociali e i diritti dei popoli.[106]
Quanto stiamo affermando implica che si assicuri il «fondamentale
diritto dei popoli alla sussistenza ed al progresso»,[107]
che a volte risulta fortemente ostacolato dalla pressione derivante
dal debito estero. Il pagamento del debito in molti casi non solo
non favorisce lo sviluppo bensì lo limita e lo condiziona
fortemente. Benché si mantenga il principio che ogni debito
legittimamente contratto dev’essere saldato, il modo di adempiere
questo dovere, che molti Paesi poveri hanno nei confronti dei Paesi
ricchi, non deve portare a compromettere la loro sussistenza e la
loro crescita.
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