9 dicembre
61. C’è una motivazione per allargare il cuore in modo che non
escluda lo straniero, e la si può trovare già nei testi più antichi
della Bibbia. È dovuta al costante ricordo del popolo ebraico di
aver vissuto come straniero in Egitto:
«Non molesterai il forestiero né l’opprimerai, perché voi siete
stati forestieri in terra d’Egitto» (Es 22,20).
«Non opprimerai il forestiero: anche voi conoscete la vita del
forestiero, perché siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Es
23,9).
«Quando un forestiero dimorerà presso di voi nella vostra terra, non
lo opprimerete. Il forestiero dimorante fra voi lo tratterete come
colui che è nato tra voi; tu l’amerai come te stesso, perché anche
voi siete stati forestieri in terra d’Egitto» (Lv 19,33-34).
«Quando vendemmierai la tua vigna, non tornerai indietro a
racimolare. Sarà per il forestiero, per l’orfano e per la vedova.
Ricordati che sei stato schiavo nella terra d’Egitto» (Dt
24,21-22).
Nel Nuovo Testamento risuona
con forza l’appello all’amore fraterno:
«Tutta la Legge infatti trova la sua pienezza in un solo
precetto: Amerai il tuo prossimo come te stesso» (Gal 5,14).
«Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione
d’inciampo. Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre» (1 Gv
2,10-11).
«Noi sappiamo che siamo passati dalla morte alla vita, perché amiamo
i fratelli. Chi non ama rimane nella morte» (1 Gv 3,14).
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