L’orizzonte universale
146. Ci sono narcisismi localistici che non esprimono un sano amore
per il proprio popolo e la propria cultura. Nascondono uno spirito
chiuso che, per una certa insicurezza e un certo timore verso
l’altro, preferisce creare mura difensive per preservare sé stesso.
Ma non è possibile essere locali in maniera sana senza una sincera e
cordiale apertura all’universale, senza lasciarsi interpellare da
ciò che succede altrove, senza lasciarsi arricchire da altre culture
e senza solidarizzare con i drammi degli altri popoli. Tale
localismo si rinchiude ossessivamente tra poche idee, usanze e
sicurezze, incapace di ammirazione davanti alle molteplici
possibilità e bellezze che il mondo intero offre e privo di una
solidarietà autentica e generosa. Così, la vita locale non è più
veramente recettiva, non si lascia più completare dall’altro;
pertanto, si limita nelle proprie possibilità di sviluppo, diventa
statica e si ammala. Perché, in realtà, ogni cultura sana è per
natura aperta e accogliente, così che «una cultura senza valori
universali non è una vera cultura».[127]
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