149. Per stimolare un rapporto sano tra l’amore alla patria e la
partecipazione cordiale all’umanità intera, conviene ricordare che
la società mondiale non è il risultato della somma dei vari Paesi,
ma piuttosto è la comunione stessa che esiste tra essi, è la
reciproca inclusione, precedente rispetto al sorgere di ogni gruppo
particolare. In tale intreccio della comunione universale si integra
ciascun gruppo umano e lì trova la propria bellezza. Dunque, ogni
persona che nasce in un determinato contesto sa di appartenere a una
famiglia più grande, senza la quale non è possibile avere una piena
comprensione di sé.
150. Questo approccio, in definitiva, richiede di accettare con
gioia che nessun popolo, nessuna cultura o persona può ottenere
tutto da sé. Gli altri sono costitutivamente necessari per la
costruzione di una vita piena. La consapevolezza del limite o della
parzialità, lungi dall’essere una minaccia, diventa la chiave
secondo la quale sognare ed elaborare un progetto comune. Perché
«l’uomo è l’essere-limite che non ha limite».[130]
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