L’attività dell’amore politico
186. C’è un cosiddetto amore “elicito”, vale a dire gli atti che
procedono direttamente dalla virtù della carità, diretti a persone e
a popoli. C’è poi un amore “imperato”: quegli atti della carità che
spingono a creare istituzioni più sane, ordinamenti più giusti,
strutture più solidali.[181] Ne consegue che è «un atto di carità
altrettanto indispensabile l’impegno finalizzato ad organizzare e
strutturare la società in modo che il prossimo non abbia a trovarsi
nella miseria».[182] È carità stare vicino a una persona che soffre,
ed è pure carità tutto ciò che si fa, anche senza avere un contatto
diretto con quella persona, per modificare le condizioni sociali che
provocano la sua sofferenza. Se qualcuno aiuta un anziano ad
attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico
gli costruisce un ponte, e anche questo è carità. Se qualcuno aiuta
un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di
lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la
sua azione politica.
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