201. La risonante diffusione di fatti e richiami nei media, in
realtà chiude spesso le possibilità del dialogo, perché permette che
ciascuno, con la scusa degli errori altrui, mantenga intatti e senza
sfumature le idee, gli interessi e le scelte propri. Predomina
l’abitudine di screditare rapidamente l’avversario, attribuendogli
epiteti umilianti, invece di affrontare un dialogo aperto e
rispettoso, in cui si cerchi di raggiungere una sintesi che vada
oltre. Il peggio è che questo linguaggio, consueto nel contesto
mediatico di una campagna politica, si è talmente generalizzato che
lo usano quotidianamente tutti. Il dibattito molte volte è
manipolato da determinati interessi che hanno maggior potere e
cercano in maniera disonesta di piegare l’opinione pubblica a loro
favore. Non mi riferisco soltanto al governo di turno, perché tale
potere manipolatore può essere economico, politico, mediatico,
religioso o di qualsiasi genere. A volte lo si giustifica o lo si
scusa quando la sua dinamica corrisponde ai propri interessi
economici o ideologici, ma prima o poi si ritorce contro questi
stessi interessi.
202. La mancanza di dialogo comporta che nessuno, nei singoli
settori, si preoccupa del bene comune, bensì di ottenere i vantaggi
che il potere procura, o, nel migliore dei casi, di imporre il
proprio modo di pensare. Così i colloqui si ridurranno a mere
trattative affinché ciascuno possa accaparrarsi tutto il potere e i
maggiori vantaggi possibili, senza una ricerca congiunta che generi
bene comune. Gli eroi del futuro saranno coloro che sapranno
spezzare questa logica malsana e decideranno di sostenere con
rispetto una parola carica di verità, al di là degli interessi
personali. Dio voglia che questi eroi stiano silenziosamente venendo
alla luce nel cuore della nostra società.
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