213. Se bisogna rispettare in ogni situazione la dignità degli
altri, è perché noi non inventiamo o supponiamo tale dignità, ma
perché c’è effettivamente in essi un valore superiore rispetto alle
cose materiali e alle circostanze, che esige siano trattati in un
altro modo. Che ogni essere umano possiede una dignità inalienabile
è una verità corrispondente alla natura umana al di là di qualsiasi
cambiamento culturale. Perciò l’essere umano possiede la medesima
dignità inviolabile in qualunque epoca storica e nessuno può
sentirsi autorizzato dalle circostanze a negare questa convinzione o
a non agire di conseguenza. L’intelligenza può dunque scrutare nella
realtà delle cose, attraverso la riflessione, l’esperienza e il
dialogo, per riconoscere in tale realtà che la trascende la base di
certe esigenze morali universali.
214. Agli agnostici, questo fondamento potrà sembrare sufficiente
per conferire una salda e stabile validità universale ai principi
etici basilari e non negoziabili, così da poter impedire nuove
catastrofi. Per i credenti, la natura umana, fonte di principi
etici, è stata creata da Dio, il quale, in ultima istanza,
conferisce un fondamento solido a tali principi.[203] Ciò non
stabilisce un fissismo etico né apre la strada all’imposizione di
alcun sistema morale, dal momento che i principi morali fondamentali
e universalmente validi possono dar luogo a diverse normative
pratiche. Perciò rimane sempre uno spazio per il dialogo.
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