267. Desidero sottolineare che «è impossibile immaginare che oggi
gli Stati non possano disporre di un altro mezzo che non sia la pena
capitale per difendere dall’aggressore ingiusto la vita di altre
persone». Particolare gravità rivestono le cosiddette esecuzioni
extragiudiziarie o extralegali, che «sono omicidi deliberati
commessi da alcuni Stati e dai loro agenti, spesso fatti passare
come scontri con delinquenti o presentati come conseguenze
indesiderate dell’uso ragionevole, necessario e proporzionato della
forza per far applicare la legge».[256]
268. «Gli argomenti contrari alla pena di morte sono molti e ben
conosciuti. La Chiesa ne ha opportunamente sottolineato alcuni, come
la possibilità dell’esistenza dell’errore giudiziario, e l’uso che
di tale pena fanno i regimi totalitari e dittatoriali, che la
utilizzano come strumento di soppressione della dissidenza politica
o di persecuzione delle minoranze religiose e culturali, tutte
vittime che per le loro rispettive legislazioni sono “delinquenti”.
Tutti i cristiani e gli uomini di buona volontà sono dunque chiamati
oggi a lottare non solo per l’abolizione della pena di morte, legale
o illegale che sia, e in tutte le sue forme, ma anche al fine di
migliorare le condizioni carcerarie, nel rispetto della dignità
umana delle persone private della libertà. E questo, io lo collego
con l’ergastolo. […] L’ergastolo è una pena di morte nascosta».[257]
269. Ricordiamo che «neppure l’omicida perde la sua dignità
personale e Dio stesso se ne fa garante».[258] Il fermo rifiuto
della pena di morte mostra fino a che punto è possibile riconoscere
l’inalienabile dignità di ogni essere umano e ammettere che abbia un
suo posto in questo mondo. Poiché, se non lo nego al peggiore dei
criminali, non lo negherò a nessuno, darò a tutti la possibilità di
condividere con me questo pianeta malgrado ciò che possa separarci.
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