Settimana di Preghiera per l'Unità dei
Cristiani
Profezia di Ezechiele (37,15-19.22-24a)
Il Signore mi parlò: “Ezechiele, prendi un bastone e scrivi sopra queste
parole: Giuda e le tribù d’Israele unite a lui. Poi prendi un altro
bastone e scrivici sopra: Giuseppe e tutte le altre tribù d’Israele
unite a lui. Poi accostali l’uno all’altro in modo da formare un solo
bastone nella tua mano. I tuoi compatrioti ti chiederanno che cosa
significa. Tu dirai loro quel che io, il loro Dio, il Signore, dichiaro:
Sto per prendere il bastone che rappresenta Giuseppe e le tribù
d’Israele unite a lui e lo metto vicino al bastone che rappresenta
Giuda. Uniti nella mia mano formeranno un solo bastone. Li unirò e
formeranno una sola nazione sulle montagne d’Israele. Un solo re regnerà
su tutti loro. Non esisterà più la divisione in due popoli e in due
regni. Non si contamineranno più con i loro sporchi idoli, con riti
disgustosi e con ogni sorta di peccato. Li libererò da tutte le loro
infedeltà di cui si sono resi colpevoli verso di me. Li purificherò:
essi saranno il mio popolo e io sarò il loro Dio. il mio servo Davide
sarà il loro re, il loro unico pastore”.
La
Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani 2009 parte da uno
sforzo unitario di cristiani di varie parti del mondo. In primo luogo si
tratta dei cristiani coreani che ci offrono come spunto di meditazione
questo versetto tratto dalla seconda grande visione del profeta
Ezechiele. I Coreani citano questa visione perché si trovano nella
situazione da cui era partito Israele prima dell’esperienza dell’esilio
fatto da Ezechiele e dalla sua generazione. Anche la Corea, come Israele
di allora, è un paese diviso in due stati: quello del nord e quello del
sud, che malgrado la divisione e una terribile guerra di oltre
cinquant’anni fa, si sente un’unica nazione. Ma questa è anche la realtà
della cristianità di oggi, una realtà divisa ma che ha come speranza
centrale quella di “formare un solo bastone nella mano di Dio” (cf Ez
37, 17).
Nella storia d’Israele il periodo dell’esilio e del post-esilio fu
senz’altro difficile e sentito come un’immane sciagura, ma fu in quel
periodo che il monoteismo si espresse definitivamente e Israele, che era
stato uno dei tanti piccoli regni della sponda asiatica del
Mediterraneo, diventa il porta bandiera del Dio Creatore e Signore e
l’annuncio di una nuova speranza per l’umanità. Il miracolo fu che un
popolo disperso dalla zona di Assuan fino alla Tracia, dall’India fino
alla Libia, poté portare, anche per il contributo dei persiani, un
messaggio unitario al mondo. Il dono che quel popolo portò a termine in
quegli anni è la Bibbia ed è un dono di cui non possiamo che dover
riconoscenza agli uomini del tempo di Ezechiele e di Esdra.
Anche oggi il mondo cerca unità. È un altro momento in cui sembra
impossibile l’intervento di Dio; il mondo occidentale, dove non mancano
i mezzi di sussistenza, corre dietro a sogni irraggiungibili e sembra
dimenticare quali siano i significati veri della vita. Il cosiddetto
terzo mondo si trova nella quasi impossibilità di vivere per la mancanza
assoluta dei beni di sostentamento. La natura stessa è così condizionata
dall’inquinamento prodotto dalle grandi nazioni che rende più visibile e
di attualità stringente il gemito di cui parla l’apostolo Paolo (“Tutto
l’universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà
il vero volto dei suoi figli” Rm 8, 19).
Questi ultimi, spesso disorientati e ben divisi sentono l’urgenza di
fare propria la visione di Ezechiele: essere riuniti in modo di formare
un solo bastone nella mano di Dio. In questa direzione essi hanno una
sola arma: la preghiera, che rivolgono a Dio da ogni parte della terra e
che esige da loro una conversione all’amore e ad alla giustizia che
trovano insieme la loro realizzazione sulla croce di Cristo.
I titoli proposti per ciascuno dei giorni della Settimana sembrano
registrare questo schema appena indicato perché pongono le comunità
cristiane di fronte alle vecchie e alle nuove divisioni, alla guerra e
alla violenza, all’ingiustizia economica e alla povertà, alla crisi
ecologica, alla discriminazione e al pregiudizio sociale, alla malattia
e alla sofferenza, alla pluralità delle religioni per giungere infine a
proclamare la speranza cristiana in un mondo di separazione. Siamo
dunque in attesa dello splendido annuncio di Apocalisse 21 “Ora faccio
nuova ogni cosa”.
Con cuore rinnovato prepariamoci a questa particolare settimana di
preghiera per l’unità.
Chiesa Cattolica
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Vincenzo
Paglia
Vescovo di
Terni-Narni-Amelia
Presidente, Segretariato CEI
per l'Ecumenismo e il Dialogo |
Federazione delle Chiese Evangeliche in italia
|
Prof.
Domenico Maselli
Presidente |
Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e di Malta
ed Esarcato per l’Europa Meridionale
|
Gennadios
Zervos
Arcivescovo-Metropolita Ortodosso d’Italia
e di Malta ed Esarca per l’Europa Meridionale |
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