MEGLIO FAR FINTA DI NON VEDERE?
La crociata vaticana e le
mani sulla vita
Con questo titolo nei giorni scorsi un quotidiano nazionale analizzava le
posizioni della Chiesa rispetto al tema della vita.
Inutile dire con quanta superficialità in poche righe sono state ribadite le
solite accuse: Di nuovo pretese fondamentaliste, falsificazioni di dati
scientifici, irate proteste delle gerarchie vaticane. (Repubblica 6 agosto 2009)
Vogliamo ricordare cosa dice la Chiesa in merito?
La vita umana deve essere rispettata e protetta in modo assoluto fin dal
momento del suo concepimento. Dal primo istante della sua esistenza l’essere
umano deve vedersi riconosciuti i diritti della persona, tra i quali il diritto
inviolabile di ogni esser innocente alla vita. (CCC2270)
Certo l’impressione è che la grande differenza sia data da ciò che si vede: il
diritto alla vita di un bambino dipende dal suo essere o non essere all’interno
dell’utero materno. Se il bambino è già stato partorito allora non si tocca, in
caso contrario invece tutto si può mettere in discussione, come se quella non
fosse una vita ma solo un problema da risolvere: non è questo uno stile da
struzzo?
Nascondo la testa sotto la sabbia così il problema non c’è più?
Si parla di diritti dimenticando quelli di colui che sta per nascere.
Il diritto inalienabile alla vita di ogni individuo umano innocente rappresenta
un elemento costitutivo della società civile e della sua legislazione. (CCC2273)
Ogni cattolico è invitato a fare tutto quello che è in suo potere perché queste
indicazioni vengano messe in pratica dallo Stato.
Non si tratta di laicità dello Stato, ma di ETICITA’ dello Stato.
Uno Stato che non rispetta la vita dei più piccoli e indifesi è uno Stato che
non ha un futuro vivibile, ma solo un futuro che parla di opportunismo ed
efficientismo.
La legge 194 con tutti i suoi limiti, pur tuttavia poneva alcuni paletti che
ormai sono destinati ad essere prevaricati.
C’era davvero bisogno di una pillola? Siamo veramente davanti ad un progresso
scientifico e noi siamo i soliti cattolici oscurantisti, contro la vera scienza
che vuole evolversi?
Riporto di seguito un brano di un’intervista al prof. Bovicelli (docente
ordinario di Clinica Ostetrica all’Università di Bologna) certamente lontano
dalle posizioni della Chiesa per quanto riguarda il tema dell’aborto, ma che su
questo farmaco si esprime in questo modo:
Leggo in ogni dove che costerà pochissimo allo Stato, che libera le donne
dalla tragedia dell’aborto, mi permetta sono solo bugie.
Quello con la Ru486 non è l’aborto chirurgico, che in due o tre minuti al
massimo, con la paziente sotto anestesia si completa. Qui la donna attraversa il
travaglio abortivo, sente dolori alla pancia, ha emorragie, anche di forte
intensità. Una vita si spegne dentro di lei nello spazio di tre giorni. Ed è uno
spazio drammaticamente ampio.
Poi arriva la quarta pillola (le prime tre sono prese il primo giorno e
provocano il blocco del flusso del nutrimento al feto ndr) quella che dovrebbe
portare all’espulsione del feto morto e che causa le contrazioni dell’utero. Il
problema che non si sa in quanto tempo farà effetto, o se permetterà
l’eliminazione completa di quello che la medicina chiama “materiale abortivo”…
Che fare, dunque? Chiede l’intervistatore al professore che risponde:
Assolutamente non percorrere questa strada, e mi rivolgo soprattutto alle
donne.
Che poi sono le vere vittime di questa decisione…lasciate sole nell’affrontare
il dramma di un’interruzione di gravidanza di cui diventano le esecutrici
materiali. (Avvenire 4 agosto 2009)
Le mani sulla vita speriamo proprio che qualcuno le metta, così da garantire ad
ogni uomo i suoi diritti e la sua dignità, ma per questo dobbiamo tirar fuori la
testa dalla sabbia e ricordarci che il Vangelo ci chiede di gridare la verità
anche quando questa risulta scomoda o, per qualcuno, anche imbarazzante.
Don Marco
donbonfi@alice.it |