Domenica 25 settembre 2022
ELEZIONI POLITICHE
Una riflessione di Livio Corazza, vescovo di
Forlì-Bertinoro
1. Un cristiano
sente di essere straniero in qualsiasi partito.
Ci sono delle cose che condivide, altre meno, altre per niente. E
questo capita in tutti i partiti, nessuno escluso. A nessuno diamo
la patente di partito cattolico. Come, d’altra parte, in ogni
partito ci sono delle idee e dei programmi da condividere, dei semi
di bene, che vanno coltivati nella speranza che portino frutti per
questo tempo, per il futuro e per i più poveri in particolare.
2. La Chiesa non si schiera con nessun partito.
Non ci sono, e non ci saranno, inviti a votare questo o quel
partito, la Chiesa non si mette dalla parte di nessun schieramento e
non indica nomi di candidati da votare. In particolare non lo fanno
coloro che nella Chiesa ricoprono dei compiti di responsabilità:
vescovi, preti, diaconi, religiosi e religiose. Tutti, invece, ci
impegniamo a far riflettere e a diffondere i contenuti della
dottrina sociale della Chiesa: “parte integrante
dell’evangelizzazione”, andando a votare con uno sguardo
alternativo, lo stesso sguardo di Gesù che si metteva dalla parte
dei più deboli e poveri.
Aggiungo che il cristiano si sforza di onorare la verità
distinguendo tra informazioni vere e false. Come si può votare in
una atmosfera avvelenata dalle fake news?
3. Un’ultima cosa: andiamo a votare.
Se qualcuno è tentato di non andare perché non sa cosa e chi
scegliere, rifletta ancora, ma a votare bisogna andare. Con
responsabilità. Votando con la testa e non la pancia. Sapendo che il
voto è un punto di arrivo e di partenza per un impegno serio e
sereno della vita sociale e cristiana, per una maggiore
responsabilità nel nostro Paese. Che è frutto anche del nostro
impegno o del nostro disimpegno.
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