Da molti anni si sente dire che la
Festa di Natale è diventata una festa di consumo nella quale la corsa ai
regali segna lo stato di salute economica della nazione e l’attesa dei
bambini per l’arrivo di Babbo Natale con i suoi doni oscura la stella
cometa che porta il regalo più
importante: la nascita del Salvatore.
Un tempo il Natale si attendeva con trepidazione, perché era un periodo
magico: si sognava.
C’era l’albero da preparare con le palline colorate, usando la massima
cura perché erano di vetro; l’allestimento del presepe iniziava con la
raccolta del muschio nel bosco e proseguiva con la ricerca di tutte le
statuine. E poi c’era Gesù Bambino così bello, così innocente…
Oggi non c’è più tempo per niente:
non c’è il tempo di andare a cercare il muschio, non c’è il tempo per
allestire la capanna. I presepi li vendono già belli e pronti da collocare
magari sopra al televisore…
Noi pensiamo che la scuola abbia il dovere di dare ai bambini un punto di
vista diverso, cercando di spiegare loro il significato religioso della
Natività, ma soprattutto cercare di farli “sognare”, di farli “entrare”
nella profondità del Natale…
E dunque cosa ci aiuta a sognare più della poesia?
E così quest’anno la Festa della Scuola dell’Infanzia Don A. Marani ha
come titolo “Natale è poesia”. Bambini e genitori si alterneranno
sul palco della Sala Sussidiale di Via I. Bandiera domenica 14 dicembre
alle ore 16.00 per recitare poesie di autori più o meno noti.
Non vi pare
una buona idea?
E ci
congediamo con una splendida poesia …
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