E' di nuovo Natale e come ogni anno i nostri paesi, le nostre case si accendono
di luci. C’è un clima di bontà che ci investe da ogni parte e si percepisce una
voglia di cambiamento, di rinnovamento.
C’è anche voglia di dimenticare, almeno per un giorno, le difficoltà della vita
e i tanti piccoli problemi che ci perseguitano. Una strana frenesia ci pervade e
tutti, chi più chi meno, corriamo a fare acquisti per il pranzo, per i regali,
per presentarci alla festa impeccabili, almeno esteriormente.
C’è
tanta luce intorno che però verrà spenta e il buio della normalità ritornerà
come prima. C’è tanta luce che ci ricorda la luce vera che viene nel mondo, ma
spesso questa luce che ci avvolge, più che illuminare, acceca.
È luce che acceca quando non ci fa vedere il contrasto che c’è tra ciò che si
può definire frenesia dello spreco e la fame, la miseria, l’ingiustizia e il
desiderio di nuovo che albergano nel nostro tempo e in ogni uomo. È luce che
acceca quando non diamo senso alle cose che facciamo o che diciamo e che
ripetiamo come avvenimento vuoto che si spiega nel tempo.
Nonostante tutto questo, però, la vera luce viene nel mondo, così che il popolo
non cammina più nelle tenebre dell’indifferenza, del pressappochismo, del
dolore, dell’odio, dell’ignoranza, dell’ingiustizia, della fame, della povertà.
L’umanità che ogni giorno è mortificata nella sua voglia di sperare e di
credere, l’umanità che ha sete di bontà e di verità trova nel Natale la speranza
che le tenebre della vita sono vinte.
Ed è la speranza il dono di Natale di Dio. Un dono che si manifesta e prende
carne in un bambino che contempliamo e adoriamo nella grotta di Betlemme, perché
è questo bambino la Speranza.
È l’Emmanuel, il Dio con noi, e se Dio è per noi, dirà san Paolo, chi sarà
contro di noi? Ogni paura è vinta, ogni dolore è risanato, ogni sofferenza è
consolata, ogni caduta è rialzata perché Dio, ora, cammina ogni giorno con noi e
la sua presenza dà luce e senso alla nostra vita.
Allora è questo il senso vero e straordinario del Natale. Noi guardiamo questo
bambino che giace in una mangiatoia e questo fatto ci spiega quanto è importante
la vita dell’uomo per Dio.
Una vita che può essere disordinata, affaticata, sofferente, ma che è comunque
preziosa agli occhi di Dio.
L’avvenimento del Natale unisce cielo e terra e ciò che un tempo poteva essere
pensato distante, ora è accanto all’uomo per sostenerlo nel difficile cammino
della vita, per accompagnarlo oltre la vita stessa. Il Natale è dunque luce che
illumina e conforta i nostri cuori per una “speranza viva che non marcisce
ed è custodita nei cieli”.
Il Natale non è solo ricevere speranza ma è anche offrire, donare speranza. Essa
non può e non deve rimanere incarcerata nel nostro io, ma deve essere a sua
volta ridonata ai fratelli che il Signore ci ha accostato nel nostro cammino.
Credo allora che sia significativo e bello ricordarci a vicenda un pensiero di
madre Teresa di Calcutta che del Natale diceva:
“È Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. È Natale
ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro. È Natale ogni volta che
non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società. È
Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e
spirituale. È Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua
debolezza. È Natale ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo
agli altri”.
È Natale, aggiungo, quando nel tuo cuore si accende la speranza che è gioia di
incontrare Gesù, via, verità e vita.
Buon Natale!
Eraldo diacono
Tratto
dal bollettino dell'Unità
Pastorale