Perché darsi tanto da fare?
I tre centri di ascolto hanno ognuno una
responsabile. Come e perché si dedicano a questo servizio?
Lalla Tallarida -
Bondanello
Quando mi sono trasferita da Corticella a Castel Maggiore nel 1985
la Caritas era già presente a Bondanello, fermamente voluta da don
Pier Paolo che aveva pian piano coinvolto diverse persone. Come fece
con me: durante la prima benedizione pasquale nella mia nuova casa
mi chiese di farne parte. Io, insegnante, non sapevo nulla della
Caritas parrocchiale ma le sue parole furono coinvolgenti: “Lalla,
bisogna lavorare perché la comunità cristiana diventi soggetto di
accoglienza nei confronti del povero”. Con lui ho iniziato e assieme
ad altri volontari ho intrapreso un cammino di formazione durato
molti anni e a lui devo ciò che ho imparato e che cerco di mettere
in pratica ogni giorno.
Vanna Venturoli - Sant'Andrea
Quando ho deciso di intraprendere questa nuova avventura, facevo già
parte della Caritas da una decina di anni. Arrivò Don Marco e con
lui le “dieci parole”. Dopo aver fatto questo cammino ho sentito che
era il momento di cambiare. Essere adagiata sulle mie sicurezze, su
ciò che avevo sempre fatto, non faceva più per me. Il Signore mi
chiedeva qualcosa di più. Se non uscivo dalla mia quotidianità non
potevo dire di vivere la fede che Gesù ci ha insegnato; dovevo
uscire da me stessa. Coraggio!... Mi sono detta! Non è stato facile!
Anzi…
Con i miei limiti, con tanta umiltà, nella mia semplicità, senza
ricercare grandi cose, mi sono buttata in questa nuova esperienza.
Da quel momento ho imparato ad ascoltare le persone aprendo bene le
orecchie ma soprattutto il cuore. Entrare nei racconti, nella vita
di persone che ogni giorno vivono lottando, con le loro paure,
angosce, difficoltà, mi permette di condividere una parte del mio
cammino con loro, creando un rapporto di fiducia anche con piccoli
gesti e attenzioni.
Quanta fatica e quanti momenti di scoraggiamento! Però ho sempre
trovato persone che mi hanno aiutato e soprattutto ho la certezza
che il Signore sarà sempre accanto a me per sostenermi in ogni
momento.
Dopo sette anni sono ancora qui, motivata e decisa, a portare avanti
con la gioia il mio servizio
Sandra Bondì - Sabbiuno
Mi sono trovata a ricoprire questo ruolo, dopo avere affiancato per
alcuni mesi Giovanna, senza la quale il Centro di Sabbiuno non
avrebbe visto la luce. La sua disponibilità, la sua fede, il suo
agire, la sua carità, mi hanno contagiata e mi sento di dire che
tradirei il suo progetto se, ora che lei è da lassù che ci assiste,
dovessi lasciare quella "eredità" alla quale tanto teneva.
Consapevole delle difficoltà che si incontrano in questo "lavoro"
(non ho esperienza, non ho avuto formazione, non sono una relatrice
ecc.) spesso mi ritrovo a dire che non "posso farcela"... poi trovo
conforto nelle parole "io non vi lascio soli" e chiedo a Gesù di
sostenermi, di assistermi e di farmi agire secondo il "suo" volere.
Quindi non sono e non mi sento sola, ed è per questo forse che non
"mollo".
Il nostro centro conta circa una decina di persone che motivate
dalla carità, si trovano il mercoledì pomeriggio per sistemare
quanto viene donato dai cittadini (vestiti, biancheria, scarpe,
vettovaglie) e preparare ciò che viene distribuito (la sportina) il
giovedì mattina ai nostri fratelli in condizioni disagiate.
Il Centro di ascolto è aperto il giovedì mattina ed io mi occupo
dell'ascolto dei vari problemi che alcune persone o famiglia possono
avere. È un tasto delicato perché da poco capisco che iniziano ad
avere confidenza e fiducia nella mia persona.
Queste persone vengono in Caritas (ad alcuni ho chiesto per quale
motivo vengono da noi) per "la nostra disponibilità ad ascoltarle, è
un rapporto più umano e dedichiamo loro tempo. Si sentono
confortate".
Il centro si sostiene con la consegna di alcuni generi alimentari di
prima necessità ed a lunga scadenza da parte del Banco alimentare,
ma provvediamo a reperire fondi per acquisti quando non abbiamo
scorte. Per fare ciò organizziamo mercatini, il più importante
nell'ambito della festa parrocchiale di fine settembre. È un
allestimento che ci richiede molte energie... ma lo scopo ci motiva
molto.
La collaborazione che recentemente si sta instaurando con il Comune
di Castel Maggiore (assistente sociale, tavolo welfare) e con la
Caritas Diocesana, mi sta impegnando in modo concreto, ma
solidarietà, carità e fratellanza comportano disponibilità,
generosità e sensibilità.
Forse il Signore in questo anno della misericordia mi ha preso per
mano?
Le radici profonde
Giuliana Ferraresi,
una vita per la Caritas
Alla fine dell’anno 1981 mi fu offerto dall’allora parroco don
Arrigo Zuppiroli l’incarico di occuparmi della Caritas. Questo
avveniva pochi giorni dopo la morte di mia figlia Maria Grazia,
morta a vent’anni per una malattia allora incurabile. All’inizio
rimasi alquanto perplessa, poi mi resi conto che era l’occasione
ideale per non rimanere sempre fra le mie quattro mura a disperarmi
per quanto mi era successo, ma divenire parte di quel mondo che si
muoveva in modo incessante. Avvicinarmi agli altri, pormi al loro
fianco, ascoltare le loro pene, regalare un sorriso, una parola,
offrire un abbraccio, il mio tempo, il mio cuore…
(leggi tutta la toccante testimonianza)
E poi c'è la Giovanna...
La Giovanna è Giovanna Baiesi, fino al suo ritorno alla casa del
Padre lo scorso febbraio responsabile della Caritas di Sabbiuno, che
ci ha lasciato un esempio di bontà, serenità, dedizione e
accoglienza e che ha voluto tenacemente rispettare con il suo
impegno la richiesta di don Pier Paolo di formare la Caritas anche a
Sabbiuno. Superando difficoltà e contrasti. Non solo nel nostro
cuore rimarrà
sempre presente, ma anche in quello di tutte le persone che hanno
avuto la fortuna di incontrarla.
Venite a conoscere qualcosa di più
di lei qui
Una voce dalla Caritas diocesana
Cristina Campana,
nostra parrocchiana e responsabile della segreteria Caritas della
Diocesi di Bologna
In una calda mattina di
agosto ci lasciamo prendere per mano dall’antifona di ingresso della
liturgia di oggi per riflettere sul cammino che stiamo
intraprendendo insieme a voi.
“Lo Spirito del Signore è sopra di me;
per questo mi ha consacrato con l'unzione,
mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio,
e a risanare chi ha il cuore affranto.”
(Isaia 61,1)
Quattro sono gli spunti che il testo ci offre e che ci sembrano
importanti e belli.
“Lo Spirito del Signore è sopra di me”
Non siamo soli, non dobbiamo fare affidamento solo sulle nostre
forze, abilità e competenze ma è Lui che ci apre la strada e anima
le nostre azioni.
“per questo mi ha consacrato con l'unzione”
Col Battesimo siamo tutti Figli di Dio, abbiamo ricevuto un dono
e abbiamo la responsabilità di condividerlo e “a ciascuno è data una
manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune” (1 Cor
12, 7)
“mi ha mandato per annunziare ai poveri il lieto messaggio”
Abbiamo un messaggio lieto da portare, ne siamo consapevoli? I
nostri gesti, le nostre parole, le nostre attenzioni, il nostro
stile di accogliere, di ascoltare, di stare insieme parla.
“e a risanare chi ha il cuore affranto”
Non sempre vediamo la povertà nell’altro che incontriamo,
servono occhi che sappiamo “guardare oltre”, la volontà di costruire
nella diversità un’unica famiglia umana e la fantasia della carità.
Maura e Cristina
Caritas Diocesana
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